Thursday, February 22, 2007

Scalzone in prescrizione

ecco un vero signore, che suscita rispetto. senza conoscerlo, azzardo ad asserire "Oreste, uomo onesto". persona e personalità d'altri tempi, da cui si dovrebbe imparare tanto. peccato per me non aver potuto andare alla manifestazione (pacificissima, come lui stesso auspicava) a Vicenza sabato 17; lui c'era. perchè, latitante in Francia dall''81, ora è tornato e fa sentire la sua voce, senile ma energica e coerente con un pensiero ancora lucido e non superato, un pensiero che non sfuma, che non accetta di seguire una logica di sconfitta. non mi sembra che le sue aspirazioni si siano nostalgicamente arenate all'esperienza della Comune parigina, ma più che altro che voglia "riproporne" l'organizzazione contestualizzandola nella nostra Italietta, testimoniando che certi ideali, seppur vecchi, sono ancora vivi in qualcuno, e possono essere sostenuti da cultura e realismo.
non intendo idolatrarlo, anzi. da sue varie affermazioni percepisco molto autogiustificazionismo, un po' di paraculaggine ed una particolare fissazione per i problemi che lo toccano direttamente. ma è poi una cosa abbastanza normale, in politica come per ognuno di noi.
comunque quello che mi preme è di andare oltre alle sue ragioni, e sfruttare alcuni suoi concetti [evidenzio in rosso le sue parole]:
"Bisogna agire su alcune pre-condizioni" sociali che "generano i mostri"."basta guardare cosa è successo a Catania per una partita di calcio. Cose mostruose, ma tutti continuano a dire 'scoviamo i mostri' e nessuno a chiedersi il perché e il per come si creano questi mostri". molti di questi mostri [per me "mostro" non è altro che una sfaccettatura del più generico termine "umano".. ma devo sorvolare] giocano a terrorizzare la società impugnando impropriamente vessilli rivoluzionari, non mossi da spirito di giustizia ma semplicemte incanalando il loro istinto distruttivo in un ideale preconfezionato, depauperandolo, allettati dall'idea di essere protagonisti di un eroico martirio. dice infatti Scalzone: "se non ci fosse il sacrario dei prigionieri politici i giovani spaccherebbero comunque qualcosa,come accade nelle banlieues parigine, però non andrebbero a cercare questo filo rosso"."se volevano tagliare questo cordone ombelicale avrebbero dovuto fare un'aministia"."Anche solo per essere realisti, bisogna volare alto, andare in profondo. Prendere da angolature preliminari." parla di pre-condizioni, pre-liminari.. pre-venire, quindi. eh, per prendere pre-cauzioni ci vuole lungimiranza, che sarebbe un grande sforzo per chi vive nel pre-sente (e per chi ne è pre-sidente).
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"Qualcuno aveva evocato la 'ragionevole' idea direttrice di una soluzione politica d'amnistia per il contenzioso mai risolto –anzi, 'residuo sempre più irrisolto'– dei cosiddetti anni di piombo (gli anni di quella che, con sguardo d’insieme e necessaria distanza, potrebb'esser definita una lunga onda d'urto di sovversione sociale, terreno di coltura del prodursi di uno 'stato d'insurrezionalità endemica prolungata, subacuta e cronicizzatasi')".
"un’amnistia è sempre anche reciproca": amnistia del contenzioso, di 'debiti', 'crediti', identità di 'vittime', percentuali di 'colpa'. Questo, non ha nulla a che fare con pacificazioni dei conflitti. Anzi io parlo dell'idea direttrice -che, per dirla con Foucault, è diversa tanto da utopia che da velleità- di un abolizionismo penale radicale".
l'insistente richiesta di amnistia da parte del tenace Oreste (che la sostenne anche attraverso lo sciopero della fame, nel 2005), oltre ad essere una clemente estinzione della condanna rivolta qui a casi specifici, credo che voglia essere interpretata in un senso lato, come valore a cui tendere -applicabile anche nelle relazioni più intime tra le persone- di non-vendetta e prescrizione dei rancori..un qualcosa di associabile al perdono, che è bene che ci sia anche a riconciliazione non avvenuta: anche quando i dissidi persistono e a maggior ragione quando questi si sono evoluti, un'amnistia tra le parti può aiutare a non accumulare odio e fraintendimenti. che vanno superati stando però attenti, ovviamente, a non lasciarli cadere nell'oblio e nell'indifferenza..

il cordoglio dei coglioni


PRODI DA' LE DIMISSIONI.
et rien ne va plus..