Friday, January 27, 2006

the Haring show

ah non posso dire nulla sulla mostra a Milano, l'ho persa. ad ogni modo sul sito ufficiale ci sono molti dei suoi lavori, forse addirittura tutti. e a vederli dal vivo non credo che diano un'emozione -non dico "in più" perchè a me non ne dan proprio, e non perchè siano murales, schizzetti e cose semplici, ma perchè sono proprio piatti e si autoriciclano-. è uno stile troppo comodo. e i graffiti che ha fatto in alcune capitali mondiali sinceramente sono deludenti, quasi rovinano i muri.
saltano agli occhi i monocromatismi e la linea nera continua che ricorda le pubblicità dell'agostina, sono simpatiche le posizioni, le mutazioni dei personaggi, è sicuramente un'espressione di contemporaneità (della serie: se non l'avesse fatto lui ci avrebbe pensato qualcun altro), ma esteticamente non mi soddisfa.
perchè a un certo punto bisogna lasciar stare le pippe sulla filosofia pittorica, l'innovazione, sulla bravura tecnica (che tanto Haring secondo me non ha), sul contesto etc e immergersi con la mente come tabula rasa nel quadro. allora, così dimentica dei retroscena, io in quel quadro non trovo altro che quello che vedo. mentre l'arte è quella che fa sognare anche gli ignoranti.
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per fare un paragone, anche la mano di Jackson Pollock può sembrare priva di genio. picchiettava il pennello, se non il secchio stesso, per far cadere le goccie sulla tela! ma i suoi segni ti trascinano in un vortice, sono la porta del caos, puoi reinventare l'immagine ogni volta, la condisci col tuo stato d'animo! questa sì che rimane impressa!
poi, volendo fare un'excursus teoretico, Pollock ha avuto un'evoluzione, dai primi quadri (a me piacciono anche quelli, comunque astratti, con bozze antopomorfe) si vedeva che era bravo, e che pian piano ha sacrificato la tecnica dandosi all'azione, abbandonando il razionale così come stava facendo nella sua vita di alcoolizzato, creando una valvola di sfogo dalla mente alla tela sempre più diretta. non è arte, questa? quella che non controlli, che prorompe, che ti sfugge?
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beh, in Haring una gran maturazione non c'è (ok è morto giovane..). ha visto che gli omacciotti andavano e li ha mantenuti sempre uguali. come un cantante che raggiunto il successo con una canzone ne fa altre 20 identiche. le motivazioni possono essere che ha paura di deludere i fans e così crede di accontentarli, che non è capace di non copiarsi, o che se le sente così sue che a cambiarle un po' starebbe male. solo quest'ultimo è un motivo da non disprezzare.
adesso sembra che odi Haring, ma non è vero: qualche cosa l'ha fatta bene! questo è il migliore, figo, ma imbarazzante per metter la foto sul blog. poteva fare il tatuatore..

4 Comments:

Anonymous Anonymous ha da dire...

"Nella mia vita ho fatto un sacco di cose, ho guadagnato un sacco di soldi e mi sono divertito molto. Ma ho anche vissuto a New York negli anni del culmine della promiscuità sessuale. Se non prenderò l'AIDS io, non la prenderà nessuno" KH

ed eccomi puntuale a questo irrinunciabile appuntamento.

che dire di questo tuo post? francamente lo trovo un po' di superficie (non che sia superficiale) e che rimbalzi via troppo in fretta. un po' come un sasso lanciato di taglio sull'acqua...

mi sembra che manchi una riflessione sul minimalismo (una stanza vuota puó essere colma di significati).
mi sembra che manchi una riflessione sui supporti (H. ha colorato ogni cosa: quadri, case, vasi, persone, mezzi di trasporto, cartelloni pubblicitari....)
mi sembra manchi una riflessione sulla parola: nessuno si permetterebbe mai di dire che Leopardi si autoriciclasse perché usava soltanto le Parole! : )
io infatti vedo in quelle figure cosí semplici e cosí definite un alfabeto differente con il quale comunicare.
adesso non voglio dire di non essere in sintonia con quanto dici; qualche cosa l'hai detta bene! ; ) un esempio? l'arte é la capacitá di far sognare gli ignoranti.... moooolto bello!!

ah, dimenticavo una cosa... la questione se non l'avesse fatto lui l'avrebbe fatto qualcun'altro... beh innanzitutto l'ha fatto lui e non qualcun'altro e poi ne sei davvero cosí certa??

 
Blogger sibyl*(in)vane ha da dire...

chiaro che la mia è una recenza del tutto soggettiva, anche perchè, non piacendomi particolarmente, non mi son documentata più di tanto.
cmq volevo proprio pareri di chi invece lo ammira, e siete in tanti!

è una recensione di superficie perchè i lavori di KH mi raggiungono solo in superficie.

c'è Minimalisno e minimalismo. questo per me ha la 'm' minuscola.

vari supporti, ok, ma è da un po' che gli artisti s'ingegnano nello sperimantare nuovi materiali...quindi non lo salvano dal mio parere.

x Leopardi, beh, Parole è come dire Colori&Segno, è troppo vasto come concetto. KH faceva sempre e SOLO gli stessi omini o animaletti. GL ha alcune parole ricorrenti, ma mica solo quelle! x esempio non ha fatto solo poesie sulla luna, e non usava le stesse parole per descriverla e chiamarla..

un po' ci credo, sì, che l'avrebbe fatto qualcun altro.... fatalismo?

 
Anonymous Anonymous ha da dire...

"Il mio contributo al mondo è la mia capacità di disegnare. Disegnerò finchè potrò, per tutta la gente per cui potrò, per tutto il tempo che potrò." K.H.

Era del tutto consapevole che sarebbe morto giovane e tentò di lasciare più segni possibile del suo passaggio nel mondo. La vita è temporanea, l'arte è eterna. L'arte è più importante persino della vita stessa.
Concepiva la vita come continuo mutamento, non ambiva affatto a risultati definitivi o alla perfezione, Ogni sua opera è espressione e registrazione di un momento ben preciso, la successiva sarà diversa e comunque migliore.
I suoi disegni non hanno alcun significato. O meglio, ne hanno infiniti. L'interpretazione è completamente libera, personale e diversissima da individuo a individuo e da un momento all'altro. Non intitola i suoi lavori, proprio per non influenzare l'orrervatore con svianti preconcetti.
Sentiva chiaramente sulle spalle il peso che la sua visibilità e notorietà comportavano e dell'influenza che esercitava sui giovani, abbracciò continuamente cause di denuncia e di responsabilità civile, testimone della della lotta all'aids, del pericolo nucleare, del potere maligno del denaro e dei fondamentalismi religiosi. Era profondamente generoso e non richiedeva alcun compenso per i suoi lavori pubblici.
Amava i bambini. Vedeva in loro l'espressione più pura e innocente dell'uomo. Spesso dipingeva per i bambini e con i bambini. Si sentiva ancora un dodicenne nell'animo, curioso ed entusiasta, pervaso dall'amore per la vita.

 
Anonymous Anonymous ha da dire...

Hmm I love the idea behind this website, very unique.
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