Friday, April 21, 2006

Guatemala - la finca

dopo un anno nei caschi bianchi (servizio civile volontario all’estero per la Caritas Italiana) in Guatemala, ieri Diaz, affiliandosi Paolo, è riatterrato nel paese del quetzal per avviare i progetti di alfabetizzazione, commercio equosolidale e turismo responsabile promossi dalla neonata associazione no-profit EOS (esperimenti organizzati solidarmente).
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i guatemaltechi sono reduci da una sanguinosissima guerra civile [a proposito il rapporto del vescovo Gerardi "Nunca Mas", 1998, assassinato per aver qui documentato le violazioni dei diritti civili avvenute], scoppiata nel '60 e durata 36 anni (di cui ben 6 impiegati dall'ONU per mediare la tregua tra governo e guerriglia), per lo più vivono sperduti in questo verdeggiante paese coltivando le terre dei loro padroni ignorando lo spagnolo, che è la lingua ufficiale, e ancor più la scrittura, con una generale discrimazione razziale nei confronti delle donne e dei discendenti maya [di cui tratta in “Mi chiamo Rigoberta Menchù "la" premio Nobel per la pace nel '92].
Alcuni appezzamenti evacuati o espropiati ai latifondisti e ai generali, occupando i quali si possano unire più famiglie a formare cooperative ["Solo lavorando collettivamente potremo garantire la nostra autosufficienza e contemporaneamente affrontare il sistema capitalista."], sono per loro l'unica via d'uscita da una miseria in stallo, il punto di partenza per riappropiarsi della dignità loro rubata in decenni di malgoverno e sofferenza.
il problema è che dal '96 le proprietà terriere sono state ben pagate ai signorotti per essere inserite in un 'Fondo di Terra' al fine di rivenderle alla popolazione a prezzi però inaccessibili per i contadini, cosicchè le terre sono tornate in mano a privati e multinazionali.
altra difficoltà per i guatemaltechi è sviluppare il senso di collaborazione per un bene comune e di costanza lavorativa in una finca, senza andarsene in città appena si ha in mano qualche guadagno, e per aiutarli in questo non vengon più mandati caschi bianchi. possiamo pensarci noi, sostenendo la EOS e affini.
da un lato comunque il popolo ha sempre manifestato i suoi dissensi, benchè alle mobilitazioni seguano le repressioni: proprio 15 giorni fa è stato assassinato, assieme alla moglie, il presidente di un'associazione di agricoltori indigeni che collabora con la ong Mani Tese.

1 Comments:

Anonymous Anonymous ha da dire...

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